In questa guida spieghiamo in cosa consiste un assegno insoluto e quali sono le conseguenze.
L’assegno è un titolo di credito, che consiste in un ordine di pagamento che l’emittente o traente impartisce alla propria banca, la quale dovrà erogare al beneficiario indicato sul documento la somma scritta all’atto della sua presentazione allo sportello. In sostanza, ecco cosa succede quando si emette un assegno. Il beneficiario o creditore si presenta presso la propria banca per riscuotere entro i termini la somma indicata sull’effetto. La propria banca invia una richiesta alla banca del debitore, con la quale sollecita così il pagamento. A questo punto, l’istituto del debitore controlla che sul conto del cliente vi sia sufficiente liquidità per effettuare il pagamento. Se così non è, non versa niente alla banca del creditore e questa sarà costretta a respingere la richiesta del proprio cliente.
Ecco, quindi, che la banca del debitore inadempiente sollecita questo a ripristinare tempestivamente la giacenza minima richiesta per provvedere al pagamento, comunicazione che viene chiamata insoluto a prima presentazione. In sostanza, la banca invia una comunicazione al correntista e lo informa del fatto che un assegno è in corso di pagamento e che, sul conto, non sono disponibile sufficienti per coprirlo. Il debitore può quindi versare sul conto corrente i soldi necessari a evitare le conseguenze negative del protesto.
Il debitore può accettare di farlo, altrimenti, se si rifiuta, la banca procederà per la levata del protesto, le cui conseguenze saranno abbastanza pesanti per questi.
In genere, la minaccia di segnalazione del debitore alla Centrale Rischi Finanziari e all’Ufficio provinciale della Camera di Commercio è sufficiente a dissuadere questo dal continuare ad opporre resistenza al pagamento. Ma se così non dovesse essere, il creditore potrà passare alle maniere forti, avvalendosi dei suoi diritti. Essendo l’assegno stato emesso scoperto, ovvero senza la necessaria e sufficiente copertura con i fondi di giacenza sul suo conto corrente, il titolo risulterà insoluto e a questo punto il creditore potrà adire un pubblico ufficiale, ovvero un notaio oppure, in casi particolari, il segretario comunale. Questo interverrà quando nel territorio interessato al caso non risulti la presenza di alcun altro pubblico ufficiale.
Questi effettuerà la levata del protesto, un atto con il quale intima al debitore di adempiere entro i successivi 10 giorni all’obbligazione, avvertendolo delle eventuali conseguenze negative nel caso contrari o. A sua volta, il debitore potrà o adempiere al pagamento, chiudendo il caso con il solo pagamento della sanzione del 10% dell’importo originario e delle spese legali al creditore, oltre alla somma inizialmente dovuta, oppure potrebbe rifiutarsi di farlo, magari opponendo al primo questioni formali, come l’indicazione errata della somma, sempre ch ciò avvenga entro i 20 giorni dal ricevimento della notifica della levata del protesto. In assenza di impedimenti, successivamente ai 10 giorni, trascorsi infruttuosamente, ed entro i 90 giorni dalla data di levata del protesto, il creditore ha il diritto di escutere forzatamente i beni del debitore, fino a soddisfarsi del credito vantato.
Vediamo entro quali termini potrà essere effettuata la levata del protesto. Entro il primo o secondo giorno lavorativo alla scadenza del giorno ultimo per la riscossione dell’assegno. Se questo è stato emesso su piazza, può essere riscosso entro 8 giorni dalla data di emissione, se, invece, è stato emesso fuori piazza, potrà essere riscosso entro 15 giorni dall’emissione. Per assegno su piazza si intende che sia stato emesso nello stesso Comune, in cui esso sarà riscosso. Un assegno si dice, invece, emesso fuori piazza, quando viene emesso in un Comune diverso da quello di riscossione.
Le conseguenze dell’emissione di un assegno scoperto e che risulterà insoluto saranno diverse e negative per il debitore. Che egli saldi tempestivamente o meno il pagamento, non potrà essere autorizzato ad emettere nuovi assegni per i successivi 6 mesi. Inoltre, egli sarà segnalato alla Centrale Allarme Interbancaria, cosa che lo terrà certamente al di fuori dal mercato del credito, in quanto gli istituti non vorranno certamente avere a che fare con un soggetto a rischio.
Il suo nominativo sarà segnalato anche al Registro dei Protesti della Camera di Commercio territorialmente competente per il periodo di 5 anni dalla data di iscrizione. Ciò porterà il debitore inadempiente a vedersi pubblicizzato negativamente verso tutti quei soggetti che potenzialmente entrerebbero in contatto con lui, per cui è probabile che nessuno accetterà un suo pagamento diverso dal contante, in quanto lo considereranno poco affidabile. In genere, le banche non consentono ai soggetti protestati nemmeno di aprire un conto presso le loro filiali, anche se spesso creano per loro prodotti finanziari specifici e dalla operatività limitata.
La cancellazione dal registro avviene automaticamente dopo 5 anni, ma può avvenire prima, su richiesta del debitore stesso, sempre che provi di avere adempiuto all’obbligazione. Qualora ciò fosse accaduto successivamente a un anno dalla scadenza, la cancellazione non potrà essere richiesta direttamente, ma prima dovrà essere ottenuta la riabilitazione del giudice.