In questa guida spieghiamo quali sono le conseguenze e le sanzioni per un assegno scoperto.
L’assegno è un titolo di credito che costituisce per il possessore il diritto a riscuotere la somma indicata sul documento e firmata dal debitore, che è colui che l’ha emesso. Tale somma può essere riscossa recandosi presso lo sportello della banca indicata sul titolo. L’istituto, accertatosi dell’identità del richiedente, eroga il pagamento, addebitandolo sul conto del cliente emittente l’assegno.
Il pagamento può essere richiesto dal creditore entro 8 giorni dall’emissione, se il titolo è stato emesso su piazza, entro 15 giorni, se è stato emesso fuori piazza. Nel primo caso, il Comune dell’emissione è lo stesso in cui avverrò la riscossione, nel secondo caso i due Comuni divergono.
Vediamo cosa succede, però, se il conto del cliente non ha del tutto coperto con i suoi fondi la somma segnalata sul titolo. Se si tratta di un assegno circolare, il problema non si presenta perché questo tipo di assegno è sempre coperto visto che viene firmato ed emesso direttamente dalla banca. Se si tratta, invece, di un assegno bancario, la banca non è tenuta al pagamento perché sul conto corrente del debitore non ci sono soldi a sufficienza e l’assegno viene considerato scoperto.
Conseguenze per Emissione di un Assegno Scoperto
In caso di emissione di un assegno di importo superiore rispetto alla giacenza presente sul conto corrente, la banca invia una comunicazione alla banca del creditore, che viene informato tramite una lettera.
La stessa comunicazione viene inviata al debitore. Tramite la comunicazione, la banca indica al debitore un termine per depositare sul conto corrente le somme necessarie a pagare l’assegno. Questa comunicazione si chiama comunicazione di insoluto a prima presentazione.
Alla scadenza del termine, la banca effettua un secondo tentativo per pagare l’assegno. Se trova i fondi sufficienti, il debitore non subisce sanzioni, altrimenti viene protestato.
Risulta però essere importante ricordare che nel momento in cui il debitore riceve la comunicazione di insoluto a prima presentazione, non può più limitarsi a versare sul proprio conto il valore nominale del titolo. Per liberarsi dal debito dovrà aggiungere una somma pari al 10% del valore dell’assegno, gli interessi eventualmente maturati tra l’emissione dell’assegno e il pagamento dello stesso e le eventuali spese di impagato.
Sanzioni per Emissione di un Assegno Scoperto
Se il debitore non provvede a coprire il valore dell’assegno, il titolo risulterà impagato a seconda presentazione e inizierà la pratica del protesto. Questo è un atto pubblico emesso da un notaio o da un pubblico ufficiale, tramite il quale, viene appurato il mancato pagamento dell’assegno e data pubblicità della mancata provvista tramite la pubblicazione del nominativo nel Registro Informatico del protesti. Il protesto permette al beneficiario di adire alle vie giudiziarie per ottenere la somma indicata sul titolo.
Con il protesto scattano le sanzioni
-Una sanzione pecuniaria che va da 516 a 6.197 euro.
-La revoca dalla possibilità di emettere ulteriori assegni bancari o postali per un periodo che va da 2 a 5 anni se l’importo dell’assegno è superiore a 2.582 euro.
-La segnalazione alla Centrale Rischi che comporta l’impossibilità di accedere ad altri finanziamenti, mutui o aperture di conto corrente.
Nei casi più gravi, cioè se l’importo dell’assegno o di più assegni emessi in tempi ravvicinati e sulla base di una programmazione unitaria è superiore a 51.645 euro, sono previste anche altre sanzioni
-Interdizione dall’esercizio di un’attività professionale o imprenditoriale
-Interdizione dall’esercizio degli uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese
-Incapacità di contrattare con la pubblica amministrazione.
Non sono invece previste sanzioni penali, a differenza di quanto avveniva in passato.
Risulta essere comunque importante ricordare che anche dopo l’avvio delle pratiche per il protesto il debitore può evitare le sanzioni predette.
Per evitare deve pagare l’importo dell’assegno entro 60 giorni dalla scadenza del termine di presentazione dell’assegno, versare al creditore gli interessi, una somma aggiuntiva del 10% della somma dovuta e non pagata e le eventuali spese per il protesto.
Inoltre deve ottenere dal creditore una quietanza di pagamento.
La revoca di sistema è un’ulteriore conseguenza che può subire chi emette un assegno a vuoto. Questa consiste nel non avere più l’autorizzazione ad emettere assegni bancari o postali per 6 mesi e nel dovere restituire il libretto di assegni che non è stato ancora utilizzato.