L’assegno è un mezzo di pagamento alternativo al contante molto diffuso, anche se meno che nel recente passato, dato che la tecnologia ha messo a disposizione nuovi strumenti più avanzati, come il bonifico online, dalle modalità più immediate. Da quando esiste l’assegno, esiste anche la preoccupazione che esso possa non risultare coperto. Vedremo adesso come fare per verificare che un assegno sia coperto, ovvero che colui che lo ha emesso abbia sufficiente denaro sul conto corrente collegato con il quale adempiere all’obbligazione.
Partiamo subito con il dire che l’emissione di un assegno scoperto rappresenta, come prima cosa, un problema per chi lo emette. Infatti, le leggi sono piuttosto severe con chi non adempie a un’obbligazione e il rischio tende a aumentare con gli assegni postdatati, ovvero quelli la cui data di emissione è volutamente successiva a quella reale, in modo da guadagnare tempo. Tuttavia, non solo è contro le norme, ma c’è il pericolo che quando il creditore si presenti riscuotere la somma allo sportello della banca, i fondi non siano disponibili e l’assegno risulti, appunto, scoperto.
Il primo accorgimento che si può utilizzare per evitare di imbattersi in qualche cattiva sorpresa è quello di farsi rilasciare un assegno circolare. Esso presenta caratteristiche diverse dal consueto assegno bancario, in quanto all’atto dell’emissione la banca preleva i fondi in anticipo dal conto corrente del cliente emittente e, pertanto, il titolo sarà sicuramente coperto dall’inizio.
Se si hanno dubbi sulla veridicità di un assegno circolare, è possibile contattare la propria banca e domandarle di effettuare una verifica, chiedendo il bene emissione. Si tratta di uno strumento interbancario tramite il quale la banca che ha emesso l’assegno conferma che è stata lei a emettere quello specifico assegno circolare.
La procedura è piuttosto semplice
-Il beneficiario dell’assegno contatta la propria banca e richiede il bene emissione per verificare l’assegno circolare
-La banca del beneficiario contatta la banca che in teoria dovrebbe avere emesso l’assegno
-La banca emittente verifica l’assegno e risponde confermando oppure negando la validità dell’assegno circolare.
-La banca del beneficiario, infine, comunica l’esito del controllo al cliente.
Poniamo, però, di avere ricevuto un assegno bancario da un individuo che non conosciamo molto bene o della cui affidabilità dubitiamo. In questo caso sarebbe opportuno effettuare un controllo preventivo sulla copertura dell’assegno, ricorrendo alla Centrale Allarme Interbancaria, ovvero un archivio all’interno del quale troviamo pubblicati gli assegni irregolari.
In questo archivio si trovano gli assegni oggetto di denunce da parte dei beneficiari, così come anche quelli smarriti o anche emessi senza la previa autorizzazione. Inoltre, troviamo anche gli assegni scoperti, ovvero non coperti integralmente dai fondi di giacenza del soggetto che ha emesso il titolo. Nell’archivio, si trovano informazioni come il numero dell’assegno, il codice della banca che lo ha emesso e il CAB. Gli assegni scoperti sono riportati solamente se è stata fatta richiesta da parte del creditore di riscossione in banca. Se, invece, il creditore non si è presentato a riscuoterlo, nonostante questo sia stato emesso scoperto, non sarà segnalato alla CAI. Dunque, accedendo sul sito della CAI e digitando il numero dell’assegno che si possiede, si è in grado di sapere se si tratta di un titolo smarrito o se è uno di quelli ancora circolanti, nonostante sia stato ritirato dalla banca dopo la sua emissione.
Non solo. Sul database della CAI si trovano i nomi di quanti hanno in passato emesso assegni scoperti o che si sono resi responsabili di frodi. Questo consente di verificare l’affidabilità del soggetto che ha emesso l’assegno, se è stato di recente implicato in una qualche emissione di assegno scoperto. Tuttavia, se il soggetto ha cattive intenzioni per la prima volta o se l’emissione di un assegno scoperto risale molto indietro nel tempo, non c’è modo di capire se è affidabile.
CAI a parte, anche il Registro Informatico dei Protesti della Camera di Commercio potrebbe segnalarci un’eventuale inadempienza da parte dell’emittente del titolo, ovvero se negli ultimi 5 anni il soggetto ha emesso un assegno scoperto o non ha pagato una cambiale alla scadenza. Tuttavia, se questi ha provveduto a pagare, anche se in ritardo, potrebbe sempre avere chiesto la cancellazione della segnalazione o la previa riabilitazione al giudice, nel caso in cui il ritardo sia stato superiore ai 12 mesi.
Un altro modo per verificare l’assegno che è stato emesso consiste nel controllare in modo dettagliato la correttezza nella compilazione dei dati.
Bisogna poi verificare la consistenza della carta e la filigrana. Anche gli assegni hanno infatti una filigrana da controllare in controluce, magari con l’utilizzo di una piccola torcia che la mette in evidenza.
Attenzione deve essere fatta anche al numero identificativo dell’assegno, quello riportato nel corpo dell’assegno coincida con quello scritto in calce.
Dunque, ci sono vari modi per verificare che un assegno sia stato emesso da un soggetto poco affidabile, ma si tratta di accorgimenti non risolutivi. La Banca d’Italia offre sul suo sito diversi consigli per evitare frodi, ma certamente la prudenza è l’elemento più importante per non ricevere brutte sorprese.
Se si hanno dubbi sulla veridicità dell’assegno circolare, la cosa migliore è contattare la propria banca e chiedere di effettuare una verifica chiedendo il bene emissione.
Si tratta di uno strumento interbancario tramite il quale la banca che ha emesso l’assegno conferma che l’emissione.
Il bene emissione rappresenta una semplice richiesta di informazioni relativa alla verifica dell’assegno circolare e in teoria non costituisce un titolo.
Ovviamente, se un assegno risulta scoperto, ciò non significa che il creditore non potrà riscuotere più la somma vantata, semplicemente dovrà pazientare e adire le vie legali, infatti, potrà essere effettuata la levata del protesto, un atto con il quale un pubblico ufficiale intima al debitore di adempiere al pagamento entro i successivi 10 giorni, se non vorrà affrontare conseguenze negative.
Ricordiamo che un assegno potrà essere riscosso entro 8 giorni dalla data di emissione, se il titolo è stato emesso su piazza, entro 15 giorni, se è stato emesso fuori piazza. Nel primo caso si ha che il Comune di emissione è uguale a quello di riscossione del titolo, nel secondo i due luoghi divergono.