In questa guida spieghiamo quale risulta essere la valuta degli assegni bancari e degli assegni circolari.
Gli assegni sono strumenti di pagamento alternativi al denaro contante, che danno all’intestatario la possibilità di riscuotere la la somma indicata sul documento e entro i termini previsti dalle norme per la riscossione. Ci chiediamo adesso quali siano i giorni di valuta per un assegno.
I giorni di valuta misurano la data dalla quale gli importi versati con un assegno iniziano a maturare gli interessi. La valuta rappresenta infatti l’intervallo di tempo che intercorre tra l’addebito di un assegno e la data a partire dalla quale questo visibile nell’estratto conto e cominciano a calcolarsi gli interessi attivi sul deposito. Dal novembre del 2009, in base a quanto stabilito dalla legge 102/2009, si ha che i giorni lavorativi per la valuta di accredito sono fissati fino a un massimo di tre per un assegno bancario e in un massimo di un solo giorno lavorativo per l’assegno circolare.
Questo significa che se, per esempio, versiamo il lunedì e tramite assegno bancario una somma di 5000 euro, questa inizierà a produrre interessi al massimo a partire dal terzo giorno successivo, ovvero dal giovedì seguente, se nel frattempo non siano cadute festività, che vanno escluse dal calcolo. Diverso è il caso dell’accredito presso lo stesso istituto in cui l’assegno è stato emesso, perché in quel caso gli interessi decorrono dalla stessa data di versamento, ovvero non c’è giorno di valuta.
Diverso dal concetto dei giorni di valuta è quello dei giorni di disponibilità, perché questi ultimi misurano il periodo di tempo che intercorre tra la data del versamento degli assegni e quella in cui è possibile iniziare a disporre degli importi versati. Sempre a partire dal novembre del 2009, le norme hanno previsto che i giorni di disponibilità siano fino a un massimo di cinque lavorativi per un assegno bancario e di quattro per un assegno circolare.
Questi concetti potrebbero apparire spesso astratti, ma vi assicuriamo che non lo sono affatto. Calcolare con esattezza i giorni di valuta, per esempio, ci aiuta a capire meglio quali siano gli interessi attivi maturati sul conto corrente su cui abbiamo accreditato uno o più assegni. Ancora di maggiore importanza risulta il concetto dei giorni di disponibilità, perché non è raro che un soggetto emetta un assegno, convinto di disporre sul conto corrente collegato di una determinata somma, ma a causa di un errore di calcolo dei giorni di disponibilità si ritrova ad averne disponibile, in concreto, una inferiore. Se in quel periodo di tempo frutto dell’errore, il creditore si presentasse a riscuotere l’assegno, questi non gli potrà essere versato e di conseguenza il titolo risulterà emesso scoperto, anche se in buona fede.
Anche per i giorni di disponibilità, infine, è previsto che la somma sia interamente disposizione di chi ha effettuato l’accredito, se ciò è avvenuto presso la stessa banca in cui l’assegno era stato emesso.
Per evitare errori, è consigliabile controllare sulla ricevuta dell’operazione la data di valuta, che viene riportata vicino all’importo versato. La ricevuta con la relativa può quindi essere conservata in caso di necessità e per una pianificazione più dettagliata delle spese.