In questa guida spieghiamo come funziona l’assegno circolare postale e quali sono le sue caratteristiche.
Negli ultimi anni, Poste Italiane si è affermata sempre più sul mercato nazionale come concorrente delle banche, ampliando il suo business iniziale, essenzialmente incentrato sui servizi di spedizione di lettere e pacchi. Non poteva essere altrimenti, visto il successo di Internet, che ha reso spesso obsoleto il ricorso alla posta tradizionale. Ecco, quindi, che l’operatore postale ha fiutato l’affare e si è gettato sull’erogazione di strumenti finanziari del tutto assimilabili a quelli offerti dalle banche. Dalla sua, Poste Italiane vanta tre elementi a favore, in primo luogo, è radicato presso ogni angolo del territorio nazionale, molto di più che qualsivoglia istituto bancario, disponendo di 14.000 uffici in tutta Italia, la sua presenza in tutti i Comuni italiani e anche in zone spesso remote ha creato un legame piuttosto solido tra le famiglie e la società e, terzo, da decenni Poste Italiane raccoglie risparmi tra le famiglie e lo convoglia a scopi produttivi, garantendo alle prime una remunerazione e contribuendo a sostenere l’economia reale.
Emissione Assegno Circolare Postale
Così come le banche, quindi, anche Poste Italiane emette assegni circolari, che in questo caso si chiamano postali, ma che hanno esattamente le stesse caratteristiche dei titoli emessi dagli istituti di credito.
Partiamo subito con il dire che un assegno circolare postale è uno strumento di pagamento, che consente a un correntista di Poste Italiane di avvalersene nei confronti di terzi, in sostituzione di denaro contante.
Vediamo come funziona, in linea generale, un assegno. Ipotizziamo che Tizio sia un cliente di Poste Italiane, avendo aperto presso di essa un conto in euro. La società, se Tizio lo richiede, gli rilascia sia all’atto di apertura del conto che successivamente, un carnet degli assegni, in genere a blocchi di 10. Questi sono titoli, utilizzati per il pagamento verso terzi e che devono essere coperti dai fondi disponibili sul conto corrente. Il possessore dell’assegno, ovvero colui a favore del quale viene ordinato il pagamento della somma indicata, deve presentarsi nei termini previsti per incassare il credito vantato. Se l’assegno è stato emesso su piazza, il pagamento deve essere richiesto entro gli 8 giorni dalla data di emissione, se è stato emesso fuori piazza, l’incasso deve avvenire entro 15 giorni dall’emissione. Nel primo caso, si intende che l’assegno sia stato emesso nello stesso Comune in cui sarà riscosso, diversamente dal secondo caso, che implica che l’assegno sia stato emesso in un Comune differente da quello in cui verrà incassato.
Per quanto riguarda la scadenza per incassare i soldi riportati sull’assegno postale, come sancito dalla legge sull’assegno, la prescrizione sopraggiunge entro tre anni dalla data in cui è stato emesso. Dopo tre anni quindi, l’assegno confluisce nel Fondo depositi dormienti.
Per adesso vi abbiamo fornito gli elementi basilari di un assegno, indipendentemente dal fatto che esso sia bancario o postale. Aggiungiamo adesso alcune peculiarità dell’assegno circolare postale. Per iniziare, esso viene emesso da Poste Italiane con la clausola di non trasferibilità. Significa che il titolo non può essere girato dal beneficiario verso terzi, ma deve essere incassato proprio dal beneficiario indicato su di esso. Questo, per tracciare con maggiore facilità i pagamenti e per assicurare che a riscuotere sia effettivamente la persona che ne ha diritto. Per farlo, dovrà presentarsi presso uno degli sportelli di Poste Italiane munito di un documento di identità valido. Attenzione, per le somme indicate sull’assegno fino a 999 euro è possibile chiedere che l’assegno sia emesso senza la clausola di non trasferibilità, ma in questo caso bisogna versare un’imposta di bollo da 1,50 euro.
Passiamo adesso alla caratteristica saliente di questo strumento di pagamento, di tipo circolare. Si tratta di una garanzia supplementare che l’istituto emittente, in questo caso Poste Italiane, fornisce al beneficiario. In pratica, tale assegno viene emesso solo direttamente in filiale su richiesta del correntista, limitatamente alle somme disponibili sul conto e verificate dall’operatore postale, il quale provvederà a effettuare l’addebito sul conto del cliente. Sostanzialmente, il beneficiario dell’assegno potrà dormire sonni più che tranquilli sul fatto che quando si presenterà ad incassare la somma indicata sul titolo, non troverà alcuna cattiva sorpresa, visto che Poste Italiane ha provveduto in anticipo a verificare che fossero disponibili le somme sul conto del cliente che ha firmato l’assegno, il quale non sarà certamente scoperto.
A questo punto, non ci resta che indicare le modalità di compilazione di un assegno circolare postale, che deve contenere
-L’importo da pagare
-La denominazione di assegno circolare
-La data e il luogo in cui è stato emesso
-Il nome del beneficiario
-Le firme di chi ha chiesto l’emissione e del funzionario delle Poste Italiane.
Infine, avvertiamo che per potere emettere un assegno circolare postale non è obbligatorio avere acceso in precedenza un conto corrente presso Poste Italiane, visto che ci si può sempre presentare allo sportello muniti di denaro contante e ricevere in cambio il titolo emesso dall’operatore.